"Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?"
"Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?"

I SOGNI NELLA TRADIZIONE LETTERARIA LATINA

Esperienze oniriche raccontate dagli autori antichi (di Ruxanda Maria Topea, 3BST a.s. 2022/23)

La sveglia del mattino che interrompe il sogno più bello: ti sarà capitato più di una volta nella tua vita, non è così? Soprattutto quando in seguito rivivi un momento o una scena che hai già sognato, ma non te lo ricordi: il cosiddetto dejà vu. Personalmente, lo trovo super fastidioso e non penso sia gradito a qualcun altro. 

Però è affascinante pensare che fin dall’antichità si siano interessati a questa esperienza onirica e fantastica.

I sogni di Ennio: l’incontro con Omero

Ad esempio Ennio, che non so se conosci, ma è ritenuto il Padre della letteratura latina. 

Nacque a Rudiae, una piccola città tra Brindisi e Taranto, il 16 luglio del 239 a.C. (e se te lo stai chiedendo, sì, è Cancro) e spesso nelle sue opere ricorre il tema del sogno.

Chissà quanto avrà dormito ‘sto qua per sognare addirittura Omero, l’autore dell’Iliade e dell’Odissea. Ebbene sì, quando si accinge a scrivere gli Annales, un grandioso poema epico in 18 libri in cui era narrata la storia di Roma in ordine cronologico secondo il metodo dei primi storici romani, Ennio ha la consapevolezza di essere il successore di Omero.

Nel proemio, ricorrendo alla credenza orfico-pitagorica della metempsicosi, cioè la trasmigrazione delle anime, Ennio racconta che in sogno gli era apparso il simulacrum di Omero (ossia il suo fantasma) per rivelargli che si era incarnato in lui per consentirgli di comporre il poema. E in realtà egli fu il grande emulo di Omero, l’alter Homerus (l’altro/il secondo Omero) come lo definirono i posteri, da Lucilio a Ovidio.

Annales

Liber I

1.Musae, quae pedibus magnum pulsatis Olympum

2.somno leni placidoque revinctus

3.visus Homerus adesse poeta

4. memini me fiere pavom

5.latos per populos res atque poemata nostra clara cluebant

Annali

Libro I

1. Muse, che con i piedi battete il vasto Olimpo

2. vinto da un sonno lieve e tranquillo

3. sognai che mi si avvicinava il poeta Omero

4. mi ricordo di essere diventato un pavone

5. per molti popoli le vicende e i nostri versi erano famosi

Questi frammenti sono stati raccolti dal latinista e filologo classico Alberto Grilli (1920-2007).

La caduta di Troia e l’impresa di Enea

Dopo avergli predetto con orgoglio la futura gloria e che addirittura si era reincarnato in lui, Ennio racconta della caduta di Troia, di Enea che lascia la città con il figlio Ascanio e il padre Anchise, et cetera, et cetera…

Oltre a Virgilio, appunto, anche Ennio racconta l’impresa di Enea: per farla breve, nella sua variante del mito, Enea ed Euridice hanno una figlia di nome Ilia, la Rea Silvia di altre tradizioni, che è madre dei famosi gemelli Romolo e Remo. Il loro padre è Marte, dio della guerra, chiamato anche Ares… vabbè ci siamo capiti, no?

Di tutta questa storia possediamo un famoso frammento del I libro in cui appare di nuovo l’esperienza onirica: la Ilia figlia di Enea ed Euridice fa un sogno. Che cosa avrà mai sognato pure lei adesso? 

Il sogno premonitore di Ilia 

Annales

Liber I

6. Et cita cum tremulis anus attulit artubus lumen.

Talia tum memorat lacrimans exterrita somno:

“Eurydica prognata, pater quam noster amavit,

vires vitaque corpus meum nunc deserit omne.

Nam me visus homo pulcher per amoena salicta

et ripas raptare locosque novos: ita sola

postilla, germana soror, errare videbar

tardaque vestigare et quaerere te neque posse

corde capessere: semita nulla pedem stabilibat.

Exim compellare pater me voce videtur

his verbis: “O gnata, tibi sunt ante gerendae

aerumnae, post ex fluvio fortuna resistet”.

Haec effatus pater, germana, repente recessit

nec sese dedit in conspectum corde cupitus,

quamquam multa manus ad caeli caerula templa

tendebam lacrumans et blanda voce vocabam.

Vix aegro cum corde meo me somnus reliquit.”

Annali

Libro I

6. E quando la vecchia, affrettandosi, portò con mani tremanti il lume, allora (Ilia), atterrita dal sogno, piangendo così racconto: “O figlia di Euridice, amata da nostro padre, ora le forze della vita abbandonano tutto il mio corpo. Infatti ho sognato che un uomo di bell’aspetto mi trascinava attraverso ameni saliceti e rive e luoghi a me ignoti; così dopo, sorella mia, mi sembrava di vagare e di mettermi, con lenta andatura, alla ricerca di te, ma non riuscivo ad orientarmi; su qualsiasi sentiero il mio piede vacillava. Poi mi sembrò che nostro padre mi rivolgesse queste parole: “Figlia, dovrai dapprima sopportare molte tribolazioni, poi la buona sorte ti sarà restituita dal fiume.”. Dette queste parole, sorella, nostro padre improvvisamente scomparve, sebbene io lo desiderassi con tutto il cuore, sebbene tendessi molte volte le mani verso gli spazi azzurri del cielo, piangendo, e teneramente lo chiamassi. Proprio in quel momento il sonno mi lasciò con il cuore angosciato.”.

Il testo adottato è di I. Vahlen (1830-1911), Ennianae poetis reliquiae, Lipsiae 1928.

Ilia racconta alla sorella la rivelazione del suo futuro avuta in sogno dal padre: prima di trovare la pace nella protezione del Tevere, dovrà soffrire molto. Infatti Amulio si impadronirà del regno di Alba e, per eliminare il pericolo di futuri rivali, costringerà Ilia a diventare una vestale. Quando Ilia avrà da Marte Romolo e Remo, Amulio farà gettare madre e figli nel Tevere. Ma i gemelli si salveranno per intercessione di Giove e Ilia sarà presa in sposa dal fiume.

Certo che Ennio ha avuto un bel po’ di fantasia e immaginazione nella sua mente, non credete? Si vede che aveva l’emisfero destro predominante. In realtà, da quello che ho letto, si tramanda che avesse ecceduto nel bere vino fino ad averne abusato.

L’alcol dà alla testa, e di questo ne siamo sicuri tutti, ma è davvero necessario se si vuole sognare in grande? Basta una bella dormita da orso e si va verso mondi antichi e lontani.

Bibliografia e sitografia:

Bettini M., Lentano M., Mercurius: letteratura e lingua latina vol.1, Milano, Sansoni per la scuola, 2018

Canali L., Fo A., Pizzica M., Antologia della poesia latina, Milano, Mondadori, 1993

http://classicamente-dora.blogspot.com/2013/11/ennio-frammenti-degli-annales.html

http://classicamente-dora.blogspot.com/2013/11/il-sogno-di-ilia-ennio-annales-fr32.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Ennio